lunedì 14 febbraio 2011

Gli avamposti del nulla.



"Un treno in corsa furibonda su due lame di ferro, e dentro il treno un angolo di magica immobilità ritagliato minuziosamente dal compasso di una fiammella. La velocità del treno e la fissità del libro illuminato. L'eternamente cangiante multiformità del mondo intorno e l'impietrito microcosmo di un occhio che legge. Come un nocciolo di silenzio nel cuore del boato. Non fosse storia vera, vera storia, si potrebbe pensare: non è che la bellezza di un'esatta metafora. Nel senso che forse, sempre, e per tutti, altro non è mai leggere, che fissare un punto per non essere sedotti, e rovinati, dall'incontrollabile strisciare vie del mondo. Non si leggerebbe, nulla, se non fosse per paura. O per rimandare la tentazione di un rovinoso desiderio a cui, si sa, non si saprà resistere. Si leggere per non alzare lo sguardo verso il finestrino, questa è la verità. Un libro aperto è sempre la certificazione della presenza di un vile - gli occhi inchiodati su quelle ricghe per non farsi rubare lo sguardo dal bruciore del mondo - le parole che ad una ad una stringono il fragore del mondo in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamiamo libri - la più raffinata delle ritirate, questa è la verità. Una sporcheria. Però dolcissima. [...] Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro? Il dentro del mondo e il mondo di fuori."
tratto da CASTELLI DI RABBIA
di ALESSANDRO BARICCO


domenica 13 febbraio 2011

Guardando il mondo da un oblò



è una cosa che ho sempre fatto, ho iniziato da piccolina perchè avevo paura di stare in macchina da sola, mi mettevo naso contro il finestrino e guardavo fuori, vedevo la gente passare, i bambini della mia età, gli adolescenti e mi immaginavo come sarei stata da grande, a 20 anni. Grande ,se mi guardo con gli occhi di allora ora sono grande,invece oggi c'è solo la paura di non esserlo per niente. Osservavo e immaginavo; i loro gesti, i colori dei loro abiti mi suggerivano una storia e continuavo a masticare possibili realtà, perchè parlare di "fantasticare"non penso sia la parola più giusta. L'obbiettivo era memorizzare quei volti, perchè in quella città, quella via , quella piazza, sarei sicuramente tornata, volevo ricordarli, volevo riconoscerli.Non volevo che fossero solo comparse, volevo continuare a scrivere le mie storie non lasciare orfani i miei personaggi.
Anche ora scrivo storie, ma non da sola. Ora adoro attaccare bottone così, al supermercato facendo la coda alla casa, davanti ad una vetrina di un bel negozio di scarpe o sul binario della stazione.La stazione è il posto , che prediligo.L a stazione mi fa paura, perchè partire o arrivare rende sempre un po' più soli di prima.Ora non voglio più immaginare, sono curiosa di vedere. Rido davanti alle persone che ai miei input di conversazione si limitano castigatamente a sospirare, con quella rassegnazione tutta italiana, purtroppo ora applicata non solo alle chiacchiere non gradite.Non sono infastidite, quello no,neppure spicce o lapidarie ,anche questo direi proprio per niente, sono quelle persone nate stanche e la flemma del loro entusiasmo è pari alla monotonia dei loro gesti. Questo è un tipico comportamento che noto nei quarnt'enni in giù.Mi pento quando sono consapevole di istigare una mitraglia, che ha più cartucce di me, e sfoga intere giornate di assoluto silenzio in quel risicato quarto d'ora o poco più.E lì pecco di superbia, forse stordita dai lunghi monologhi,mi gonfio di false convinzioni, autocelebrandomi solitaria,  mi fliggo del titolo di "tafano di Atene",ma visto che alla fine della fiera Socrate è morto avvelenato dalla cicuta, più consapevolmente so di essere apostrofata come "una matta rompi balle".Mi piace soprattutto quando le persone non mi parlano solamente ma mi raccontano qualcosa di loro. Ricordo un vecchietto su una panchina. Espi era con gli altri, io mi stavo annoiando, sono andata più avanti da sola, perchè "quando troppo vuoi ma nulla stringi", succede così ti rifugi in quella solitudine di cui hai tanta paura.Mi sono seduta. Poco dopo è arrivato anche Espi. Non mi ricordo di preciso come è nato tutto, ma il signore ci parla, inizia lui, trova un pretesto e si racconta.  Il lavoro in sud America, imparare la lingua, il trasferimento difficile con la famiglia, gli studi in economia e commercio affiancati  alla passione di Kant ed Hegel. Nessuno mi aveva mai parlato con tanto entusiasmo, così per caso, senza un motivo preciso. I suoi interessi, il suo modo di guardare la vita mi ha emozionato. Tra le tante passioni, anche quella per i quadri,l'impressionismo, la pittura en plein air.Lui stesso dipinge, ci invita  a casa sua a vedere le opere, ci scambiamo addirittura il numero.
Una bellissima storia.
Una storia?
 forse qualcosa di più,
una vita .

.
Oggi va molto di moda la parola "CONDIVIDERE" ,ma la domanda è condividere che cosa?
Se ci penso mi si arrovella lo stomaco! 


"Ciao come va?- domanda-
Bene bene"-risposta-
e tutto si consuma così ...
.....
e ancora ...
.....
di cui non vedi più la fine. 
Nessun racconto, nessun entusiasmo.
"qualche novità?"
"tutto regolare"
The Chela





mercoledì 9 febbraio 2011

Roberto Cavalli Spring and Summer 011

  

Dinamismo, movimento, possedere lo spazio. Roberto Cavalli si pubblicizza così, con un abito lungo e mosso, leggerissimo, che ti accarezza ma ti travolge.La casa Cavalli ha festeggiato a metà novembre i 70 anni del suo creatore e durante la SEttimana della Moda a Milano ha presentato un defilè autocelebrativo per i 40 anni del brand

Sotto l'arco della Pace, che accolse  Napoleone III e Vittorio Emanuele, vittoriosi dalla battaglia di Magenta, sfilano pantaloni a zampa, bolerini super stringati, stampa pitonata e frange fluttuanti.La gamma cromatica predilige solo tinte delicate, dal grigio al beige e dal rosa antico all'azzurro.La lavorazioni di pelle e tessuti rendono gli abiti dei veri e propri pezzi unici .Per la campagna Diva Bag  Cavalli sceglie Letitia Castà, 
“Ho scelto Laetitia per la mia campagna pubblicitaria in quanto da sempre la bellezza delle donne vere mi ispira e mi attrae. Il suo sguardo e la sua gioiosità, uniti alla sua sensualità, riescono a trasmettere un’ immagine speciale”. Scelta approvata anche perchè penso che sia una delle poche star che può vantare il tag di " vera diva".Concedersi quanto basta e  la semplicità diventa glamour.  Ma dov' è quel "seno  'Made in Normandy', da burro e crema fraîche!",come lei stessa lo definisce?? In tanti se lo sono chiesti vedendola sfilare per il maestro. Dicono che la Castà si sia messa a stecchetto per configurare tra gli attuali  canoni di bellezza.Ho visto le foto incriminate, che non ho postato per principio, proprio perchè penso sia il modello del vestito e nulla di più.Un corpo alla Kate Moss.???.... mmmmmmmm...
no grazie, niente spallucce ossute.!!!!

Un budoir ottocentesco per Elisabetta Canalis che interpreta la nuova pubblicità dell’underwear di Roberto Cavalli.  Gli interni di una casa privata, i divani in velluto, gli specchi dorati, i tappeti antichi e le tappezzerie con decori barocchi  sono la cornice ideale per far risaltare quella femminilità sofisticata e un po' aristocratica che  vuole evocare l'intimo firmato CAvalli.









venerdì 4 febbraio 2011

Stella aquilone.

Ognuno di noi ha una stella in cielo, e il nostro destino è imparare a seguirla,è una stella aquilone, la nostra vita è scritta nella sua scia, se moliamo il filo tutto è perduto, si formano grovigli, una matassa di stelle. Così il caos.... solo confusione, e una corsa lunghissima per tornare a padroneggiare ciò che è tuo di diritto. a volte mi domando perchè, anche se non sei tu, distrattamente, a farti scivolare via quel filo dorato, ma sono le turbolenze della vita ad allontanarlo da te, fai cmq così fatica a ritrovarlo. e insieme a questo mio pensiero dalle profondità del mio io, compaiono i tuoi occhi...gli occhi più belli che io abbia mai visto, colore della notte, scuri,così meravigliosamente tristi e dannatamente dolci. ora sei solo, ingannato, tradito, sfruttato, usato accompagnato solo da una tristezza che ha velato il tuo sguardo. sei sempre stato silenzioso, pronto a colonizzare con la mente gli avamposti più sperduti del nulla, ma in questo periodo i tuoi viaggi senza biglietto sono sempre più frequenti... quelle poche volte che posso starti vicino cerco di parlare molto.... non abbiamo mai toccato l'argomento, forse tu mi consideri ancora troppo piccola, per affrontare certi discorsi- come dice mia madre- Sappi che io non credo questo, tu non mi hai mai fatto sentire inadatta per una situazione o tr frivola per partecipare a una conversazione. tu non mi parli, perchè è più facile sotterrare il dolore e cercare di soffocarlo con il tempo. ho avuto il coraggio di scrivere tt questo, solo perchè so k tu non lo leggerai mai, mi vergognerei tr a dirtelo a voce, nonostante l'affetto che ci lega.... un' ultima cosa. ora magari le correnti della vita ti hanno portato a pensare K PER AMARE QLALCOSA, BISOGNA PRIMA CONOSCERLA E DUNQUE AMARE DAVVERO è IMPOSSIBILE PERCHè NON RIUSCIREMO MAI A CONOSCERE A FONDO UNA PERSONA. Be'...se i tuoi occhi si perdono in questi pensieri sappi che l'amore è un sentimento che non da garanzie e va vissuto, proprio come hai fatto tu!!!!! 
The Chela